Dell’arme e dei Cavalier

logo

Tempi andati.
Grande nostalgia,
ma anche oggi è possibile (o no?)

 

Un sottile
filo di fumo
dalla lampada votiva
davanti al marmo.
“Onora, oh passante,
il grande guerriero
che salvò la nostra terra”.
Le parole balzano in viso,
quasi urlate,
come voleva
chi le incise.
Il cuoio segnato e usato,
la lama sempre affilata,
il cavallo, fido alleato,
sempre pronto alla corsa.
Pensoso,
un cavaliere sosta
davanti al tumulo,
le parole, ai suoi occhi,
sono sommesse, tristi,
ricordano un dolore.
Dolore per un Amico,
spasimo, per l’attimo di ritardo
a parare il colpo
che gli trafisse il cuore.
La rabbia
inumidisce gli occhi,
l’urlo prorompe
raschiando la gola.
Un raggio di sole
frantuma la pietra.
Dalla terra,
come in spuma di mare,
un cavaliere emerge,
bello, luminoso, ridente.
“Andiamo, Amico!
le tue lacrime
sono state l’energia
della nuova vita”.
All’orizzonte,
come in spuma di mare,
due cavalieri,
urlano la loro gioia
in coro con il sole.

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.